11 Nov Essere sé stessi al meglio – Come risolvere il problema che accomuna tutti (o quasi)
Ogni settimana incontro diversi tipi di persone: manager, studenti, liberi professionisti, impiegati, ristoratori, insomma vite e realtà molto diverse.
Eppure hanno tutti qualcosa in comune. Tutti – in qualche modo – raccontano storie di incomprensioni e fatiche, di una vita in cui non si sentono a proprio agio, che non è come desiderano.
La storia che si ripete (e si ripensa ogni giorno)
Ognuno ha i propri problemi, difficoltà e sfide personali, con caratteristiche, vissuti e anche ‘sintomi’ molto diversi fra loro.
Tuttavia, c’è un nucleo centrale dell’esperienza umana che ruota attorno ad alcuni fattori chiave:
- la nostra identità
- come ci poniamo rispetto agli altri (il ruolo che ci danno e quello che ci prendiamo)
- quello che facciamo quotidianamente
- il modo in cui parliamo e ragioniamo
- i valori e gli obiettivi che ci caratterizzano
- le imprese e le sventure lungo il nostro percorso
- e – soprattutto – come le viviamo
A tal proposito possiamo domandarci:
A cosa sono dedicati la stragrande maggioranza parte dei pensieri delle persone?
Dove vengono canalizzate la maggior parte delle energie mentali, emotive e fisiche ogni giorno e ogni momento?
Vediamo alcuni dei casi più ricorrenti.
- Si ripensa a quello che è successo, a come sarebbe dovuto andare, a come dovrebbe andare la volta prossima.
- Si pensa a sé stessi, come ingabbiati in uno destino già scritto (“sono come mio padre/mia mamma…”, “ho sempre fatto…”, ecc.) oppure ci si focalizza su come diventare quello che ci si sente chiamati a fare (“il mio sogno è di…”, “voglio diventare un…”, ecc.).
- Si pensa a cercare colpevoli, vittime, eroi della situazione (“non mi ha capito…”, “se non ci fossi stato io…”, “grazie a…/nonostante a…”, ecc.
- Ci si prepara a dare il meglio di sé, a fare bella figura, anche se spesso ci si concentra su un dettaglio più personale e meno strategico (ad es. volere apparire speciale/intelligente/buono piuttosto che stare bene in quel momento/riportare equilibrio di potere nella relazione, ecc.
Vite (più o meno) vissute
I temi e le modalità che abbiamo appena visto si declinano in ogni ambito della vita e hanno effetti pervasivi sulla qualità della nostra esistenza e sulla capacità di viverla appieno e in modo soddisfacente.
Un esempio ne sono i social network, che creano una dipendenza dal vedere le vite altrui, concentrandosi su messaggi parziali (come una foto di un istante al
mare o al ristorante) in grado di scatenare enormi, sproporzionati e irrazionali sentimenti come invidie, gelosie, inadeguatezza o addirittura motivazioni distorte (come mettere tutte le proprie energie nel mostrare il proprio valore attraverso una foto ancora più attraente, anziché sviluppare risorse reali o modalità di auto-regolazione efficaci).
Un altro esempio rilevante riguarda i programmi televisivi dedicati alla cucina di alto livello. Vengono guardati, creano desiderio di diventare ricchi e famosi,
ma (quasi) nessuno prova a cambiare il modo in cui cucina o in cui percepisce i sapori. Anche in questo caso si muovono emozioni potenti, motivazioni e comportamenti altrettanto distorti (si opta per la soluzione semplice di comprare il robot multi-funzione sponsorizzato dalla trasmissione o dal cuoco famoso), manon si cambia il proprio rapporto con il cibo, con la sua preparazione e quello che può dare veramente valore aggiunto (sentirsi padroni del proprio benessere, decidere in prima persona che cosa piace o meno, sviluppare padronanza in un determinato ambito, e così via).
Ribaltare situazione: stessi strumenti e meccanismi, ma per il proprio bene
Contrariamente a quanto visto negli esempi precedenti, una vita soddisfacente è vissuta in prima persona. È fatta di prove e sperimentazioni vissute serenamente, come modalità di sviluppo, proprio come fanno i bambini senza timore del giudizio, ma con sana curiosità e creatività.
Una vita piena è caratterizzata dalla capacità di essere ben presenti e lucidi in una situazione – che sia un esame, una sfida lavorativa, un chiarimento interpersonale difficile o altro ancora – in cui non si è mossi da paure o stereotipi, ma dalla voglia di fare qualcosa di utile per la sicurezza o lo sviluppo di sé stessi e delle altre persone coinvolte.
La nostra neurobiologia è stata progettata e sviluppata per evolvere in questo modo. Si tratta, infatti, dei meccanismi evolutivi naturali che regolano la nostra evoluzione e che ci rendono l’animale potenzialmente più flessibile ed evoluto. Per questo motivo ci piacciono le storie, i reality e i social network, cavalcano questi meccanismi… ma a nostro svantaggio.
La buona notizia è che è possibile, invece, usarli a nostro favore. È possibile, infatti, usare tutti i meccanismi con cui un personaggio di un libro o di un film diventa ‘irresistibile’ per riflettere su di sé, su chi si è veramente e su come si vorrebbe essere, attivando percorsi evolutivi naturali, invece che fingendo o atteggiandosi (con tutta la frustrazione che ne segue). Allo stesso modo vedersi dall’esterno, attraverso fotografie o video, ci permette di sviluppare una percezione più oggettiva di noi stessi e degli altri, di sviluppare la capacità leggere le persone in modo chiaro ed efficace.
Anche le narrative che vengono messe in atto, la coerenza tra l’idea e la realtà, gli incroci delle storie che viviamo noi e gli altri, sono tutti strumenti potenti di analisi, di sviluppo e cambiamento della propria auto-stima, della capacità di regolare le emozioni e le relazioni.
Una soluzione pratica e coinvolgente
Nel corso degli anni abbiamo messo a punto un corso pratico e coinvolgente, che sfrutta al meglio i meccanismi che regolano e sviluppano identità, auto-stima, auto-regolazione, relazioni e comunicazione.
È il risultato della sintesi di diverse esperienze di scrittura, narrativa, story-editing, la passione per il cinema, le attività formative e consulenziali in diversi ambiti (dalle grandi aziende alle scuole) e, ovviamente, tutte le conoscenze e l’esperienza in ambito integrato tra Antropologia, Evoluzionismo, Etologia, Neuroscienze del comportamento e cambiamento, Pnei e tutte le discipline che contribuiscono alle Scienze Integrative.
Si parte dalla propria vita, rivista e ripensata come un film o un romanzo fatto di personaggi, storie, sfide, contesti, sequenze (il cui ordine cambia drasticamente il tono emotivo e l’efficacia di ogni comportamento), l’utilizzo della telecamera come alleato.
È un percorso attivo, immersivo, di due giorni, in cui si svolgono in prima persona tutte le attività.
I professionisti che partecipano possono poi facilmente riportarle nel proprio ambito professionale per intero o come sotto-attività mirate, a supporto di attività formative, terapeutiche o di sviluppo.
Scopri di più sul corso Stories e riserva subito il posto per la prossima edizione!