Come regolare emozioni e relazioni dal basso (tempo, contesto, fisicità, schemi, ecc.) | Real Way of Life

Come regolare emozioni e relazioni dal basso (tempo, contesto, fisicità, schemi, ecc.)

La regolazione interpersonale e il suo collegamento con le emozioni e con i sistemi di sicurezza, auto-regolazione e immunitario, sono caratterizzati da una serie di meccanismi evolutivi, raffinati nel tempo, per poter gestire la realtà immediata, contestualizzata e in tempo reale.

nuova notificaUn esempio tipico della vita quotidiana avviene ogni volta che riceviamo una email o un messaggio sul cellulare. Se il contenuto è in qualche modo aggressivo – come un’offesa personale, il mancato rispetto della nostra professionalità o l’imposizione di qualcosa che non riteniamo giusto la prima reazione è di rispondere a tono, difendendoci o aggredendo a nostra volta.

Se si segue questa via, è esperienza comune provare un breve sollievo e poi rimanere, comunque, in uno stato di sospensione, nell’agonia di ricevere un segnale di vittoria o una contromossa a cui rispondere.

Se invece non si risponde, è comunque altamente probabile che si continui a pensare che cosa si vorrebbe scrivere, cercando di sfogare, almeno in fantasia, la rabbia e l’aggressività smosse.

La disfunzione di questo meccanismo è che il nostro sistema di gestione delle invasioni, dei conflitti e delle sfide si è evoluto nei secoli per gestire un avversario reale, che si trova di fronte a noi, di cui sia possibile leggere il comportamento non verbale, osservarne le modificazioni, legarle al contesto attuale e interagire in modo sincrono, dando forma a un’interazione duale volta ad arrivare a una trasformazione della realtà o dello status relazionale.

Si tratta di meccanismi profondamente radicati nell’uomo e comuni a tutti i mammiferi (Crofoot, 2010). 

schemi funzionali contesto e tempo

-> Scopri di più sugli Schemi Funzionali Integrativi. 

In modo diverso, ma altrettanto evocativo, è esperienza comune l’esistenza di meccanismi protettivi primitivi in grado di imporsi – o meglio bypassare – la logica. Un esempio è quando siamo in macchina e un insetto o un uccello colpiscono il parabrezza. La nostra mente logica sa bene che il parabrezza è più solido di questi piccoli animali, ma il nostro sistema di sicurezza ci fa comunque chiudere gli occhi e portare un braccio di fronte al volto per proteggerlo (Sinibaldi e Achilli, 2016).

Queste osservazioni non tolgono interesse e rilevanza ai meccanismi più alti e sofisticati di logica e previsione, di proiezione nel futuro o nel passato delle relazioni sociali e del loro valore affettivo. Piuttosto, è importante sottolineare che per regolare e aiutare questi processi raffinati è importante agire anche sugli switches sottostanti, che li sostengono e/o ne permettono la corretta attivazione.

switch livelli in emozioni e relazioni

-> Scopri il libro e il modello degli Switch del Cambiamento.

Diventa, quindi, efficace ridare valore agli effetti del contesto, della sincronicità e di altri fattori primari nei processi di interazione relazionale.

Numerose ricerche, infatti, hanno evidenziato come il contesto possa influenzare la percezione emotiva: scene visive, voci, corpi, le facce di altre persone presenti (anche se con esse non c’è interazione diretta), l’ambito culturale, l’utilizzo di specifiche parole piuttosto che altre, possono cambiare radicalmente la valutazione che viene fatta del valore emotivo di un volto (Barrett, 2011).

Questa prospettiva ribalta molte delle convinzioni precedenti rispetto alla capacità innata di leggere un’emozione sul viso di una persona. Si tratta di un’abilità che non va confusa o sovrapposta con altri meccanismi adattativi, come la capacità di individuare immediatamente e a livello non-conscio configurazioni di maggior o minore pericolosità nel volto di una persona, informazione che viene poi integrata e riprocessata con altri indizi del mondo esterno e sulle proprie risorse interne, per giungere a una scelta di comportamento relazionale.

Le dinamiche emotivo-relazionali possono essere prima riportate a un funzionamento fisiologico e, successivamente, potenziate con alcuni accorgimenti:

  • Allenando la capacità di trovare e valutare gli indizi contestuali rilevanti, che spesso vengono messi in secondo piano, erroneamente, per concentrarsi sul proprio interlocutore;
  • Gestendo in modo attivo e con una visione sistemica l’arco temporale degli eventi, i collegamenti reali tra fatti e valutazione e, viceversa, quelli scorretti;
  • Introducendo in questa rappresentazione allargata anche credenze e aspettative, considerandoli come componenti che contribuiscono in modo parziale al processo valutativo e previsionale, ma non elementi conclusivi;
  • Muovendosi su scale temporali differenti, allargando e riducendo lo spazio di tempo considerato e valutando come questo possa cambiare radicalmente le valutazioni messe in atto, i vissuti emotivi innescati (da non confondere con quelli passati, come ha ben  evidenziato Khaneman) e le scelte comportamentali conseguenti.

Già agli inizi del ‘900 il regista russo Lev Kuleshov aveva intuito come il tono emotivo, affettivo e relazionale durante una scena fosse fortemente influenzato dagli indizi contestuali e dal tono emotivo delle scene appena antecedenti. Gli studi più recenti di neuroscienze (Calbi, 2017) hanno dimostrato la correttezza di questa idea e la grande differenza tra immagini statiche (usate spesso nelle ricerche, ma anche nei percorsi di educazione emotiva) e quelle dinamiche (filmati), che risultano molto più efficaci e potenti, in quanto più simili al naturale processo di regolazione interpersonale nella realtà. Questo ha significative ricadute nella scelte e nelle metodologie della pratica clinica ed educativa.

A cura di Fabio Sinibaldi e Sara Achilli – fondatori e direttori dei centri di ricerca e sviluppo Real Way of Life (Italia – UK)

 

 

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Barrett, Lisa & Mesquita, Batja & Gendron, Maria. (2011). Context in emotion perception. Current Directions in Psychological Science. 20. 286-290. 10.1177/0963721411422522.

Calbi, M., Heimann, K., Barratt, D., Siri, F., Umiltà, M. A., & Gallese, V. (2017). How Context Influences Our Perception of Emotional Faces: A Behavioral Study on the Kuleshov Effect. Frontiers in psychology, 8, 1684.

Crofoot, M. C. & Wrangham, R. W. in Mind the Gap: Tracing the Origins of Human Universals (eds Kappeler, P. M. & Silk, J. B.) 171–195 (Springer, 2010).

Sinibaldi F., Achilli S. (2016) Transformative Mindfulness: 45 exercises. An idea-a-day workbook to develop awareness and favour change. Real Way of Life.



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